Avete presente quando ripensate a qualcosa e ancora prima di poter ripescare nel cervello i vostri ricordi, arriva una risposta diretta dal corpo? Gambe, pancia, mani, cuore…tutti rispondono all’unisono con “un groviglio di colori e sfumature” che partono dal ventre e arrivano diritti in testa. Quel groviglio, quel dipinto che si crea, quella risposta è il vostro riassunto, esclusivo, privato, in-condivisibile, sotterraneo e profondo di tutto quel qualcosa.

C’è una canzone che ci ha accompagnato in questo viaggio tra le strade bianche della Bolivia e quelle piene di curve della Colombia: si chiama”Latinoamèrica“, e forse è un clichè, forse è banale ma questa canzone, dal titolo così bello e semplice, è ciò che più si avvicina al nostro groviglio di colori.
Ci siamo resi conto che non saremo mai capaci di raccontarvi questo groviglio di colori, che non riusciremo mai a incorniciare questo dipinto e metterlo lì per farvelo vedere bene, che è davvero difficile attraverso qualche parola descrivere un viaggio.

Allora ci proviamo così, attraverso quella canzone che non è solo una canzone, per noi è Latino America.