Palomino è un piccolo paesino colombiano raggiungibile in 1,5h di bus da Santa Marta (9.000 COP); si potrebbe dire “uno dei tanti” che si vedono viaggiando per la Colombia. Le case di mattoni appoggiate l’una all’altra interrotte da vecchie insegne, banchetti di frutta, farmacie e qualche sala da biliardo gremita di gente di ogni età, fuori un mare di motorini.

Spiaggia di Palomino

Da Palomino però, camminando poco meno di 1,5km, è possibile raggiungere la vera attrattiva del villaggio: una lunga spiaggia di sabbia dal sapore un po’ bohémien con venditori di collanine, ecoresort, sessioni di yoga, surf, chiringuitos con candele e musica diffusa…
Nel mare è possibile tuffarsi non solo con una rincorsa dalla spiaggia (o da giganteschi pneumatici abbandonati) ma anche con il tubing: discendendo il fiume Palomino con dei grossi ciambelloni.

La strada da percorrere e’ ancora dissestata e polverosa ma, negli ultimi anni, stanno sorgendo sui terreni circostanti diversi ostelli con piscine, giardini curati e rilassanti amache. Ciò che ha attirato di più la nostra attenzione è stata la presenza di una sala ristorante all’aria aperta che sul fondo lasciava intravedere un forno a legna (Pizza!!!). Siamo entrati così al Primaluna Beach Hostel.
Primaluna?! I proprietari devono essere Italiani.

Succede spesso che quando ci si incontra tra connazionali inizialmente non si abbia voglia di conoscersi. Succede ancora più spesso che poi, una volta rotto il ghiaccio, nasca subito un’empatia “da vecchi amici.”
La sorpresa, infatti, e’ stata che Aaron e Chiara, non sono solo Italiani ma anche polentoni, come noi. È proprio il paese d’origine di Chiara, nella verde Valsassina, che ha regalato il nome al loro sogno colombiano.

Ed è proprio da Palomino che ha inizio la nostra avventura tra i pueblos indigenas nella Sierra Nevada de Santa Marta: un’alternativa speciale alla Ciudad Perdida.